Atalanta, il quale acquista il sodalizio assegnandogli la denominazione di Associazione Calcio Monza Brianza, in vista della futura istituzione della provincia brianzola, configurando così una società volta ad inglobare il tifo dell’area circostante. Il 7 gennaio 1923 la squadra gioca un’amichevole contro il Libertas Rimini, imponendosi per quattro reti a zero; tale gara è la prima giocata dal sodalizio marchigiano. Il sodalizio brianzolo viene ceduto all’imprenditore friulano Pierino Fazzolari. Il Monza era fallito, la società allo sbando, la squadra non aveva più a disposizione né il Brianteo, né il Monzello. E non certo per bisogni di pubblicità, era una sfida personale. In semifinale i biancorossi affrontano nella doppia sfida il Pavia. La stagione parte con il botto, infatti i brianzoli eliminano nel primo turno di Coppa Italia il Lecce (formazione di Serie A) nella gara unica giocata al Brianteo: dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, ai rigori finisce 5-3. L’impresa non si ripete nel turno successivo quando la squadra biancorossa viene fermata dal Pavia dopo i calci di rigore. All’andata il Monza viene sconfitto dal Sassuolo per 1-0 ma al ritorno i biancorossi con una grande prova di carattere vincono per 4-2. Nella finale d’andata contro il Pisa, in una gara molto combattuta, i brianzoli vincono per 1-0 con Fabiano che trasforma il rigore assegnato dal direttore di gara per fallo su Beretta.
Neanche il ritorno di Roberto Antonelli sulla panchina brianzola riesce a dare speranza a una squadra priva di identità e di carattere che precipita verso la Serie C2, un disonore per la società monzese che all’alba del suo 90º compleanno vede raggiungere il traguardo più basso della sua storia. La società monzese torna in Serie B e, contro i pronostici di inizio stagione, riesce a conquistare una salvezza, maglie calcio 2025-2026 seppur sofferta. Un epilogo beffardo per una società con grandi ambizioni. Appare anche un gagliardetto nel film La ragazza del lago (2007), nell’ufficio del Questore, e nella pellicola Tifosi (1999), nella quale una hostess chiede il risultato della squadra per la quale tifa, appunto l’Udinese. Tutto questo per dire che è più facile che mai trasmettere in streaming il calcio in diretta, anche se non si dispone dell’accesso via cavo tradizionale. ’origine terrestre, attribuendola altri del tutto al Sole. Invece l’ultima partita in Serie B è datata 10 giugno 2001 quando il Monza, davanti a 104 paganti (record negativo in Serie B), imbottito di giovani batte la Pistoiese in una partita senza alcun valore per la classifica.
La squadra subisce un calo verso la fine del girone d’andata e il cammino verso i play-off sembra ormai compromesso, visto il trend negativo e il valore della rosa. L’allenatore emiliano sortisce l’effetto rivitalizzante e fa conquistare alla compagine brianzola un bottino di 17 punti nelle prime 9 partite del ritorno ma le fievoli speranze di salvezza si esauriscono dopo un filotto negativo di 6 sconfitte. La squadra arranca ma nel mercato di riparazione mette a segno un colpo importante, portando a termine la trattativa per il bomber salentino Cosimo Francioso, determinante ai fini della salvezza con i suoi 14 gol in 23 partite. Si apre un ciclo che vedrà il Calcio Monza in Serie B per altri quattro anni, disputando campionati senza gloria e senza infamia con il solo scopo del raggiungimento della salvezza a fine stagione. Il clima di contestazione diventa pesante: non solo la curva, ma anche i club dei distinti, esprimono il loro sdegno nei confronti di una società che stava cadendo nel baratro.
Nel 1997 il geometra Giambelli stringe un complesso accordo di collaborazione con il Milan che di fatto subordinava il Monza quale società satellite dei rossoneri. In gioventù la madre, per proteggerlo, aveva fatto benedire la sua canottiera da padre Pio: da lì, questa maglia, sarebbe diventata per lui un portafortuna per tutta la sua carriera. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense comparve il nome della ditta sponsorizzatrice, mentre nel 1990, l’allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in «ChievoVerona» la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona. Giorgio Gandolfi, Solo il caldo fa paura ai panzer tedeschi, in Stampa Sera, Torino, 2 luglio 1990, p. La squadra di Sonzogni raggiunge la matematica certezza della partecipazione agli spareggi solo all’ultima di campionato: il successo sul Pizzighettone vale il 5º posto, in virtù degli scontri diretti favorevoli con il Cittadella, giunto anch’esso a 54 punti. Con la nazionale italiana fu campione del mondo nel 1934 e nel 1938, rimanendo tuttora il secondo miglior marcatore della rappresentativa azzurra, dietro al solo Gigi Riva.