Maglia blu e rosso squadra di calcio

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Successivamente diverse civiltà preistoriche (partendo dal Neolitico Medio fino all’Età del ferro) si affermano in questo territorio, documentate dai reperti archeologici in numerose grotte e in siti del comune, tra i quali si ricordano le grotte «dell’Ospedale», la «di Barbusi», la grotta sepolcrale «Baieddus de Sa Sedderenciu» o eneolitica di «Su Cungiadeddu de Serafini» a Tanì, la «grotta di Serbariu», quelle «di Polifemo», «Sa Dom’e S’Orcu», «Sa Turrita», «della Campana», «della Volpe» e «A.C.A.I. – valle Rio Cannas». Area ambientale della valle del rio Anguiddas: Is Arrùs de Riu Anguiddas e S’Ega de Is Elmas, area verde con lecci secolari sopra la valle di rio Anguiddas ricca di domus de janas, tra Cortoghiana e Nuraxi Figus. La maglia dei Colorado Rapids è dedicata ai tramonti del Colorado e il design si ispira ai colori del tramonto che sovrastano il cielo sopra le Montagne Rocciose. La maglia è dotata di un esclusivo design turchese. Altro passo indietro temporale, fino al 1984 quando la Francia di Platini si laurea campione d’Europa indossando la maglia francese per eccellenza. Con l’Italia maschile fuori dai Mondiali per due edizioni di fila sicuramente questa competizione ha alzato l’asticella su un calcio femminile sempre in grandissima crescita.

Seppur con andamento altalenante si ebbe un aumento delle ricerche minerarie e delle produzioni, specie carbonifere: in particolare per quel che riguarda il territorio dell’allora comune di Serbariu la scoperta del rilevante giacimento di Nuraxeddu – Serbariu diede un grande impulso ulteriore alle attività minerarie già in crescita, soprattutto negli anni del regime fascista durante il periodo dell’autarchia, tanto da rendersi necessario non solo lo sviluppo di numerosi e importanti impianti estrattivi e produttivi, ma anche la costruzione di una nuova città mineraria, come Carbonia, e di altri due nuovi centri abitati carboniferi minori, come Bacu Abis e Cortoghiana. A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), proprietaria dell’intero bacino carbonifero con la Carbosarda e in previsione di un’intensa attività estrattiva, propose al governo di costruire una città operaia vicino alle miniere e al porto di Sant’Antioco per il trasporto e l’imbarco del minerale. Segre fu il vero artefice e dinamico presidente di tutte le società minerarie in attività sia nel bacino carbonifero sulcitano sia in quello istriano, costruendo due nuove città operaie di fondazione vicino alle miniere: Arsia e Carbonia. Nel territorio di Carbonia è attestata la presenza di una delle più antiche civiltà preistoriche della Sardegna, denominata di «Su Carroppu», risalente al Neolitico Antico (5700 – 5000 a.C.), che prende nome dall’omonimo riparo sottoroccia, già frequentato nel Mesolitico, vicino all’antica borgata agro-pastorale di Sirri, a nord-est del centro urbano di Carbonia.

Il periodo medioevale, quando la zona era compresa nella curatoria del Sulcis appartenente al giudicato di Cagliari, risulta documentato non solo da fonti storiche che citano località di questo territorio, ma soprattutto nelle vecchie chiese, presenti e relative alle antiche «biddas» (ville), oggi incluse nel comune di Carbonia, come l’antico monastero di Santa Maria di Flumentepido, la chiesetta di Santa Barbara di Piolanas, la chiesetta di Santa Lucia di Sirri, le rovine della chiesetta (di probabile origine bizantina) di San Michele, nell’omonimo colle in località «Is Arenas», le rovine delle chiesette di Santa Maria di Barega, Santa Giuliana e di Santa Maria di Sirri, e, infine, le distrutte (e poi ricostruite in sito diverso) chiese parrocchiali di San Narciso di Serbariu e di Santa Maria delle Grazie di Barbusi. Ulteriori testimonianze di questo popolamento del territorio carboniense a quell’epoca si ritrovano nelle tipiche necropoli prenuragiche a domus de janas di “Cannas di Sotto”, “Cùccuru Su Cardolinu de monte Crobu” e “Corona Maria” (a nord di Cortoghiana), “Is Arrùs de Riu Anguiddas” e “S’Ega de Is Elmas” a ovest di Cortoghiana; nei siti abitativi di Barbusi – rio Flumentepido, negli insediamenti del “poliambulantorio – valle rio Cannas” e nel riparo sottoroccia di “Coderra”.